COMO – Il Lago di Como, incastonato tra le maestose Alpi italiane e circondato da pittoreschi borghi, è diventato la superstar indiscussa del turismo. Recentemente, i dati diffusi dalla Regione Lombardia hanno rivelato un tasso di occupazione del 100 per cento nella zona centrale del Lario, con un’affluenza che ha raggiunto livelli sorprendenti. Tuttavia, questa affermazione di successo non è priva di sfide, poiché il territorio comasco affronta i dilemmi connessi al crescente afflusso di visitatori, aprendo il dibattito sull’overtourism.
Il fenomeno dell’overtourism sul Lago di Como: tra successi e criticità
Il Lago di Como, celebrato per la sua bellezza mozzafiato e immortalato da attori, artisti e influencer sui social media con l’hashtag #LakeComo, è diventato un must-see per i viaggiatori internazionali. Questa fama ha portato a un boom di occupazione nelle strutture ricettive, con hotel, bed & breakfast e camere in affitto completamente esauriti. Tuttavia, nonostante il successo, non mancano le criticità. Le lunghe attese per i trasporti e i rincari dei prezzi, dalla ristorazione agli alloggi, stanno offuscando in parte l’esperienza turistica.
Un dilemma di Successo: la Villa del Balbianello e la gestione dei flussi turistici
La rinomata Villa del Balbianello, situata nella popolare località di Tremezzina, è diventata un simbolo delle sfide dell’overtourism sul Lago di Como. Il Fondo Ambiente Italiano (FAI) ha intrapreso una mossa senza precedenti, stabilendo un tetto massimo per i visitatori alla villa. Questa decisione è un segno tangibile della necessità di gestire attentamente i flussi turistici per preservare l’ambiente e garantire un’esperienza di alta qualità per i visitatori.
La voce degli esperti: pianificazione e delocalizzazione come soluzioni
Andrea Camesasca, responsabile turismo della Camera di Commercio di Como e Lecco, sottolinea l’importanza della pianificazione strategica per affrontare le sfide dell’overtourism. Sebbene il successo turistico sia innegabile, Camesasca invita a riflettere sulla delocalizzazione dell’afflusso turistico, in modo da distribuire in modo più equo i benefici a tutta l’area circostante. L’esempio delle limitazioni di trasporto tra Lecco e Como mette in luce la necessità di migliorare l’accessibilità tra le città limitrofe.
La legge regionale sul turismo, datata al 2015, sta dimostrando di essere insufficiente per affrontare le sfide dell’attuale panorama turistico. Camesasca sottolinea la necessità di una nuova normativa negoziata con un coinvolgimento attivo degli enti locali. Questo richiede una visione politica innovativa che tenga conto dei cambiamenti nel settore turistico e che si impegni a preservare il patrimonio naturale e culturale del Lago di Como.