ROMA – La Venere Iblea dello stilista Salvatore Piccione sbarca a Roma, a Palazzo Ferrajoli in cui colori solidi in tinta unita, intensi, vivi, carichi di luce l’hanno fatta da padrona.

Creazioni enfatizzate da decorazioni e ricami fino scoprire i  tagli e i volumi a guidare un movimento non più solo terrestre…la via del colore diventa così sinonimo di  contemplazione e liberazione.

Nei racconti più remoti della tradizione rinveniamo divinità femminili, profondamente legate alla terra. Divinità che nemmeno avevano un nome, tanto sfuggente e profonda appariva la loro natura. Da queste creature mitiche nei riverberi della letteratura emerge la figura di Venere Iblea. Fra mito, canti e leggende scopriamo ancora antiche parole che invitano la dea a vestirsi di fiori, più di quanti ve ne fossero nei campi dell’Etna, più di quanti ve ne fossero nelle valli di Ibla. Le atmosfere di Venere Iblea si sono tramandate nei secoli fino ad arrivare alle orecchie del fanciullo Salvatore Piccione. Lo stesso fanciullo che una volta divenuto grande proverà a tradurre quell’imago attraverso l’arte. Arte che ha incantato anche la Capitale. 

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Francesco Russo

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