PRAGA – Lo scorso dicembre decorrevano 450 anni dalla nascita del celebre studioso Giovanni Keplero che fece ordine nell’universo. Se le sue tracce concrete nella capitale non sono più così abbondanti, ogni angolo della città ricorda l’epoca illuminata dell’imperatore-mecenate Rodolfo II, che lo nominò astronomo e astrologo di corte e gli permise di elaborare un’eredità scientifica fondamentale per il mondo a venire.
Nato il 27 dicembre 1751 in Germania, Johannes Kepler – in italiano Giovanni Keplero – è stato astronomo, astrologo, cosmologo, matematico, teorico musicale, fisolofo della natura e teologo luterano. Sostenitore della teoria copernicana, è noto soprattutto per aver studiato le leggi che regolano i movimenti dei pianeti.
Dopo diversi anni di insegnamento universitario tra Germania e Austria, in fuga da quest’ultima per gli editti contro i protestanti, approda a Praga nel 1600, come assistente dell’astrologo e astronomo danese Brahe. Un anno dopo, alla morte di questi, ne eredita la carica di matematico, astronomo e astrologo di corte, con i favori dell‘imperatore Rudolf II (e poi del fratello e successore Mattia), illuminato mecenate –celebre per essere incuriosito, tra gli altri, anche dall’occulto- a capo non solo del Regno di Boemia, ma anche del Sacro Romano Impero. Sotto la sua corona, Praga diviene non solo sede imperiale, ma anche rinomata culla di arte, scienza e qualsiasi forma di sapere. Rudolf invita a Castello studiosi e artisti da tutta Europa e offre loro la possibilità, e gli strumenti, per praticare e affinare le proprie abilità, nei campi più disparati. Tra questi, anche Keplero, giunto a corte al seguito appunto di Brahe.
Il microcosmo praghese di Keplero
A Praga Keplero ha vissuto (e lavorato) felicemente per dodici lunghi anni. Sulla facciata dell’unica tra le sue tante abitazioni praghesi non andata perduta –la U Francouzské Koruny (alla corona francese) house, in Karlova Ulice- lo ricorda una targa, che recita: “Qui ha vissuto neglia nni 1609-1612 Johannes Kepler. In quel periodo scoprì le prime due leggi del movimento dei pianeti intorno al sole”. A Pohorelec, non lontano dal Castello, ecco una statua commemorativa dedicata a Brahe e Keplero, là dove i due conducevano le proprie ricerche e disponevano di un piccolo osservatorio astronomico. Keplero, comunque, non disdegnava di fare le sue osservazioni anche dalla residenza estiva della regina Anna, in quello che oggi è il Royal Garden, e dal castello di Benatky nad Jizerou, in Boemia centrale, dove usava ritirarsi in cerca della pace e della concentrazione necessari ai suoi studi. La chiesa di St. Jilji, nella Città Vecchia, ricorda invece un capitolo triste nella storia della famiglia Keplero: qui sono sepolti la moglie e uno dei 5 figli dell’astronomo, morti di vaiolo.
La firma di Giovanni Keplero nel firmamento di Praga
Se delle tracce concrete del passaggio di Keplero a Praga non è purtroppo rimasto moltissimo, ricca è invece l’eredità intellettuale che lo studioso ha lasciato alla città e al mondo intero. Fu un astronomo sui generis: ipovedente a causa di una malattia che lo aveva colpito nell’infanzia, non poteva affidarsi completamente ai telescopi per elaborare le proprie teorie e ripiegò su meticolosi calcoli matematici per studiare le orbite dei pianeti, le congiunture astrali e gli altri fenomeni dell’etere. Tra le sue tante opere, le Tavole Rudolfine sono il lavoro di una vita intera, con cui Keplero, partendo dalle teorie astronomiche dei suoi predecessori (e di Copernico soprattutto), descrive matematicamente il sistema solare, fornendo le istruzioni per localizzarne i pianeti. Questo catalogo astronomico, corredato di tavole planetarie e pubblicato nel 1627, è stato intitolato in onore proprio di Rodolfo II. Le sue tavole sono diventate nei secoli uno strumento indispensabile non solo per i colleghi astronomi e astrologhi, ma per scienziati, navigatori, costruttori di meridiane ecc. Tante anche le curiosità indagate e tramandate da Keplero, come la formazione di un fiocco di neve e la soluzione matematica al mistero della stella di Betlemme… Ecco perché è passato alla storia come „l’uomo che fece ordine nell’universo“. Partendo da Praga.
Dalle stelle alle stalle e ritorno. La leggenda.
Come per tutti i grandi personaggi della storia, antica o contemporanea che sia, anche attorno a Keplero e Brahe la legenda ha calato un velo di mistero, che aleggia sulla morte proprio di quest’ultimo, sepolto nel Duomo gotico intitolato a Nostra Signora di Tyn. L’insinuazione infamante è che –proprio come con Mozart e Salieri- dietro un intenso rapporto di collaborazione e stima, tra i due astronomi si nascondesse invece una forte rivalità e che Keplero abbia avvelenato col mercurio il suo mentore, per avere campo libero alla corte di Praga. Riesumato il corpo di Brahe nel 1901, furono rinvenute tracce di mercurio (causa della disfunzione renale che ne provocò la morte) che alimentarono la teoria del delitto. Le analisi condotte però nuovamente nel 2006, in forza delle conoscenze e strumentazioni in dote alla scienza moderna, ha smontato il mistero: le quantità di mercurio erano minime, la morte fu dovuta a cause naturali. La verità, forse, la sanno solo le stelle, tanto amate (e indagate) da Keplero…